Da oggi parte la campagna di raccolta fondi per la tutela e salvaguardia del tritone presente nei Monti Prenestini: https://www.produzionidalbasso.com/project/salviamo-il-tritone/
L’aggiornamento nel 2022 della Lista Rossa delle specie a rischio estinzione curata dalla IUCN registra un peggioramento continuo per gli anfibi: il 60% delle specie di tritoni e salamandre è in pericolo. Rispetto a 20 anni fa in cui venne effettuato l’ultimo monitoraggio, quando agenti patogeni e perdita di habitat erano i fattori principali, oggi a pesare di più è la crisi climatica, che sta riducendo la disponibilità di acqua necessaria per la proliferazione della specie.
Il Triturus è un genere di anfibi caudati della famiglia Salamandridae, comunemente noti come tritoni, diffusi negli ambienti umidi europei e dell’Asia Occidentale. Civendo negli stagni con acqua ferma e paludosa e nei corsi d’acqua a lento scorrimento, si nutrono di larve di zanzare e altri piccoli insetti che cadono nell’acqua. In inverno si rifugiano sotto le radici degli alberi, nei boschi. A primavera i tritoni abbandonano la terra per occupare le acque stagnanti, in vista dell’accoppiamento. In questo periodo i maschi assumono il carattere sessuale secondario della cresta sulla coda, che talvolta si prolunga sul dorso, come nel caso del Triturus cristatus. Il tritone è uno degli anfibi il cui genoma è di dimensione maggiore di quello dei mammiferi (e dell’uomo in particolare, superando di cinque volte il numero di coppie di basi azotate di DNA).
Il tritone crestato italiano (Triturus carnifex) vive negli ambienti umidi dal livello del mare sino a 1.800 metri di altitudine: le zone montuose sono oggi habitat ideali per la protezione della specie, in quanto meno soggette alla pressione antropica.
Per questo ti chiediamo di dare un contributo per la salvaguardia del tritone nei Monti Prenestini: grazie ai fondi raccolti possiamo effettuare un monitoraggio più accurato della presenza dei tritoni negli habitat montani, realizzare analisi di laboratorio per verificare lo stato di salute della specie e monitorare la qualità delle acque in cui vivono, avviare campagne di salvaguardia degli habitat montani per evitare che la pressione antropica minacci ulteriormente questa e altre specie di alto valore faunistico a tutela della biodiversità, educare le giovani generazioni e la comunità per la tutela integrale degli ecosistemi.